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CONFERENZA STAMPA SALA STEMPA ESTERA ROMA 7 FEBBRAIO 2007






Paolo Lunghi - On. Tana de Zulueta


Paolo Lunghi - Sottosegretario On. Stefano Boco


Paolo Lunghi - On. Tana de Zulueta


A.Ulivieri - Dott. C. Varetto - P.Lunghi - T. d Zulueta - Ass. A. Cinquini - Dott. Bilotti

Comunicato Stampa
Conferenza Stampa “Via Etere”

Si è tenuta mercoledì 7 febbraio a Roma nella Sala Stampa Estera la presentazione del libro Via Etere di Paolo Lunghi alla presenza di un folto pubblico, importanti personalità politiche e numerosi giornalisti di testate nazionali ed internazionali.

Dopo una breve introduzione del libro da parte dell’editrice Ibiskos Sig.ra Alessandra Ulivieri, ha preso la parola il Dott.Antonio Cinquini , Assessore alla Mobilità del Comune di Empoli, che ha sottolineato il contesto storico in cui Radio Empoli International, la prima Radio empolese, prese vita alla fine degli anni ’70, grazie a quei giovani come Lunghi, alla loro voglia di esserci, di giocare, di fare qualcosa di nuovo e di diverso, si risvegliò una cittadina di provincia chiusa e asfissiante nel monopolio dell’informazione pubblica, pur inconsciamente Lunghi offre nel suo libro una lettura non scontata di ciò che accadeva nella provincia di quel tempo.

Anche l’On. Stefano Boco sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, partendo da un’esperienza giovanile vissuta in una Radio della provincia senese, ha mostrato uno specchio di quegli anni tra il ’68 e la fine degli anni ’70 i cosiddetti anni di piombo, quando incombevano il terrorismo e le BR, ha raccontato di un’esperienza irripetibile, di giovani appassionati di musica etnica che scaturivano un’energia straordinaria, dove Radio significava pluralità di informazione, si univano storie, religioni, mondi, lingue diverse, mettevano in moto una generazione unita dalle rivoluzioni, dalle contestazioni e dal fermento di quel periodo. In tutto questo la Radio faceva da sfondo. Per fare nuove conoscenze avevano fondato la FED Federazione Emittenti Democratiche, volevano “unire San Francesco al Che Quevara”, non si preoccupavano né di audience né di spot pubblicitari, ma si ispiravano alle gesta dei giovani della beat generation narrati da Jack Kerouac nel celebre romanzo “On the Road”. Ecco – ha concluso l’On. Boco – la cultura contemporanea ha bisogno di riaffermarsi, c’è bisogno di riaprire quel tempo e quelle discussioni, perché abbiamo perduto tutto questo, non siamo riusciti a sopravvivere e a tramandare quel messaggio della straordinaria importanza della pluralità, quello straordinario potenziale avviato dalle Radio Libere trent’anni fa.

L’On. Tana De Zulueta vice presidente Commissione Esteri alla Camera dei Deputati, autrice della prefazione del libro Via Etere, si è soffermata sul concetto di libertà, ribadito più volte da Lunghi, ovvero la libertà di informare, come evidenziato nel testo della sua proposta di legge che vanta ad oggi l’adesione di ben 50.000 firme tra cui moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo, voci libere preoccupate del duopolio schiacciante dell’attuale sistema televisivo italiano e accomunate dallo scopo di tener aperti degli spazi di libertà. Dal punto di vista personale l’On. De Zulueta ha raccontato di aver conosciuto la storia delle Radio Libere italiane degli anni ’70 quando a quel tempo era giornalista corrispondente dall’Italia per l’Estero e scriveva di un’Italia che stava cambiando, crescendo, si stava svegliando, anche grazie a persone come Lunghi, protagonisti delle Radio Libere, che hanno avuto talento e soprattutto menti libere. L’On. De Zulueta ha infine concluso il suo intervento con un messaggio significativo: - guardare indietro aiuta a far meglio ciò che stiamo facendo-.

Un aspetto della Radio più tecnico e commerciale è stato messo in luce dal Dott. Claudio Varetto vice presidente nazionale Federpubblicità/Confesercenti che ha illustrato la creazione degli spot pubblicitari, i quali rappresentano ad oggi l’unico finanziamento a sostegno delle Radio. Ha fatto notare un’interessante diversificazione tra gli spot radiofonici che fanno parte del ritmo della programmazione della Radio tra una canzone e un parlato e gli spot televisivi che invece sono visti come un’interruzione nel bel mezzo di un programma.  Ha richiamato la Legge Gentiloni che, secondo il Dott. Varetto potrebbe garantire denaro e sostegno anche alle piccole emittenti. Ha ricordato che, essendo emiliano, la sua terra ha visto negli anni ’70 un prolificare di emittenti radiofoniche, tra cui la storica Radio Parma, Radio Alice coi suoi passati burrascosi, Radio Bruno, Radio City che da allora sopravvive ancora oggi facendo giornalismo puro senza syndication, senza vincoli e senza esser stata acquistata da grandi gruppi politici che ne manipolino l’informazione. Concludendo il Dott. Varetto ha fatto un accenno ad Internet, di cui anche Lunghi parla nel suo libro, dicendo che sicuramente può essere un bel trampolino per le Radio future ma nega e sopprime quell’aggregazione e quella socializzazione che erano la forza delle Radio Libere degli anni ’70.

Il Dott. Federico Bilotti, sociologo, direttore di Tele Camaiore – Nuovi Orizzonti, è intervenuto lanciando un appello per la salvaguardia dell’informazione e soprattutto della televisione di uso civico che va incontro alla gente, alle loro esigenze e alle loro difficoltà, si devono ascoltare queste voci libere ed indipendenti, esperienze diverse e non clonate. Questa battaglia che coinvolge la gente di oggi è simile alle grandi battaglie che coinvolgevano la gente negli anni ’70, l’indipendenza, il femminismo, la caduta dei tabù, la libertà di pensiero, di espressione e di opinione, e Via Etere di Lunghi ci riporta alla mente queste battaglie. Anche il Dott. Bilotti muove una critica ad internet che, a suo avviso, uccide la lingua, è velocizzato, ci fa perdere i rapporti sociali, la storia e la multietnia.

A Lunghi, l’autore, è stato chiesto di ricordare esperienze di vita vissuta in Radio ed egli ha rievocato, forse con un pizzico di nostalgia, come Radio Empoli International riuscì a dar voce al popolo grazie a banali giochini, dediche, auguri, la gente comune telefonava in Radio facendo sentire la propria voce e dando spazio alla libertà. Ha ricordato l’interessante iniziativa “Un’antenna per la vita” messa in piedi per raccogliere fondi a favore della lotta contro i tumori, ribadendo che era il lontano 1978 e il tumore era ancora vissuto dalle famiglie coinvolte loro malgrado come un tabù, una malattia da nascondere e fu grazie a questa iniziativa che la gente iniziò a parlarne apertamente in Radio, a far domande specifiche ai medici dietro i microfoni, si capì che il tumore non era una cosa circoscritta di cui vergognarsi, ma se ne poteva parlare liberamente e pubblicamente. L’idea della multietnia è stata resa concreta da Lunghi quando ha raccontato il simpatico episodio di un giovane di colore che era stato invitato in Radio per leggere dei notiziari in lingua madre e dei jingles, era l’inizio della globalizzazione.

Infine Maurizio Amici autore e regista televisivo, ha ribadito l’importanza del ruolo avuto dalle radio libere, il significativo segnale lanciato con la pubblicazione del libro di Lunghi e l’esigenza di creare un archivio storico del materiale audio e video inerente proprio gli inizi delle Radio libere illustrando il sito Broadcastitalia.it, creato dall’associazione “libere voci” di Roma,  proprio come contenitore per raccogliere e divulgare il materiale legato agli inizi del fenomeno.

Pioniere di una nuova linea di messaggi e d’informazione, Paolo Lunghi con il suo libro ci apre ad una visione non scontata di un mondo nuovo, ma proficuo e attivo, creatore di un mezzo per entrare in noi, Lunghi ci lascia un seme da seminare in campi affamati di conoscenza e di voli verso l’Etere.

 

Ufficio Stampa
Annalisa Marconcini



 

 

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