Comitato di Carraia e Pratovecchio




La storia guarda avanti


Carraia anni 30


Carraia anni 50


Carraia oggi


    I nostri anziani probabilmente ne sanno molto più di noi, e la storia è maestra, quando viene progettato il futuro è fondamentale guardare avanti, ma è altrettanto importante conoscere il passato, le nostre radici e origini, questo purtroppo non viene quasi mai preso in seria considerazione, e quando vengono messi in atto  importanti interventi strutturali, che modificano in modo sostanziale ed irreversibile l’aspetto delle nostre città, il passato andrebbe analizzato più a fondo.
    Tanto per fare un esempio, prendiamo in considerazione piazza della Vittoria, e non mi permetto di dare opinioni, il miglior commento è rimanere in silenzio, la “piscina” della piazza si commenta da sola.
    Quindi se fossero stati considerati storia e origini della città in modo “serio” pur guardando al futuro la “banchina del porto” di Empoli non sarebbe stata realizzata.
    Naturalmente non è l’unico “obbrobrio” ne esistono anche altri.
    Detto questo, uno dei più importanti interventi che la nostra amministrazione sta realizzando è il nuovo PUT, ed è qui dove dovremo porre la nostra attenzione, pur senza dare “sentenze sull’operato, ma solo per  “dare una mano” alla nostra amministrazione, che spesso, un po’ per la giovane età dei componenti della giunta, un po’ per il semplice motivo che spesso, coloro che hanno l’onere di fare le analisi tecniche sul territorio, non sono originari della città, e quindi non conoscono a fondo da generazioni, le origini, rischiano di prendere direzioni non troppo confacenti alle esigenze soprattutto storiche del territorio, non che questo sia in assoluto un problema, spesso lo sviluppo viene proprio dalle idee innovative dei giovani, che come dovrebbe essere fin troppo chiaro vedono il futuro con un occhio più avanguardista.
    La nostra città, come qualunque altra realtà italiana non può che aver subito fondamentali stravolgimenti dal 900 ad oggi, questo come è ovvio dovuto a tutti quei cambiamenti imposti dalla tecnologia, dalla tecnica, dai media e da tutte quelle modifiche che il nostro tempo ha visto imporsi, ma fare un analisi del genere dal 900 ad oggi sarebbe troppo lunga e complessa, noi ci limitiamo a fare una piccola ricerca prendendo ad esempio una parte della nostra città, e guarda caso prendiamo proprio Carraia.
    Chi come me vive da generazioni nel quartiere, se non è completamente idiota, ricorderà e avrà vissuto tutti i passaggi e i cambiamenti dall’intera area, e saprà che inizialmente Carraia, al di là della ferrovia non era certamente centrale per nostra città quindi priva di qualunque primario interesse.
    Era un quartiere, ma più che quartiere erano case di campagna con qualche azienda, la conceria, la fabbrica della colla, la vetreria del Betti, il mobilificio Quagli, la Solgomma,  ecc…, che si sviluppavano su di una stradina completamente sterrata divisa dal centro da un sottopasso che era più che sufficiente per il transito di bici, cavalli e in seguito qualche auto.
    Localizzata in quell’area anche la discarica comunale, una sorta di termovalorizzatore, all’antica, posizionato dove oggi c’è un deposito dei mezzi comunali, la zona, aveva comunque una sua importanza strategica anche da un punto di vista economico, con gli anni, per fare una breve cronistoria, sono arrivate le prime nuove abitazioni su Carraia i primi progetti di urbanizzazione più articolata, le cosiddette “case del Comune” in via Copernico, in seguito la creazione di nuove strade e l’ampliamento di quelle esistenti e le conseguenti nuove abitazioni, la creazione della scuola, dal cavalcavia della superstrada, la creazione della zona artigianale, che ha visto un’imponente sviluppo sul profilo commerciale, in Carraia è nata anche la prima radio libera di Empoli.
    Non sempre lo sviluppo del territorio è andato di pari passo con le infrastrutture, con la viabilità, ma non vogliamo entrare nel merito più di tanto, possiamo solo aggiungere che una rotonda su carraia non sarebbe male.
    Sono state mantenute, d’altra parte anche importanti strutture, forse proprio per tenersi legati alle origini della nostra città, e quando la storia guarda avanti forse in una logica di mantenere viva la memoria con un reperto archeologico a dimostrazione dell’arte e dell’ingegneria utilizzata, in passato, per gli interventi strutturali alla viabilità cittadina.
    Il mantenimento di questa struttura potrebbe farci ipotizzare, inserendolo nel nuovo PUT, una sorta di museo a cielo aperto.
    Non avete capito a cosa mi riferisco? Ma è chiaro, al bel sottopasso di Carraia, che forse per spirito di conservazione, non ha subito nessun tipo di modifica, il bel sottopasso che divideva dal centro la vecchia e polverosa via Carraia, che, al tempo, era più che sufficiente per il transito di bici, cavalli e qualche auto, ad oggi è tale e quale.

Paolo Lunghi
 



Riunione del Comitato di Carraia