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L'ANONIMO EMPOLESE

 

 

LEGGENDO E SCRIVENDO LA STORIA

Prefazione
 
Leggo volentieri dell’Anonimo Empolese, “eccone un altro con l’asino nella testa”, e credetemi questo mi riempie d’orgoglio, ma vorrei evitare di infilarmi anch’io in qualche “ginepraio” così  posso solo affermare, che siamo in molti ad avere “l’asino per la testa”, ma leggendo queste pagine con la ricerca sapientemente esposta dagli amici Rossana e Mauro, dall’occhio attento dell’avv. Lastraioli e del Prof. Piscini, e dai contributi degli illustri “carciofari” , citati in queste pagine, cosa potrei aggiungere?  Una domanda sì, permettetemi una domanda:  ma con questo libro che cosa stiamo facendo, stiamo leggendo, rileggendo o interpretando la storia, o forse in qualche modo la stiamo scrivendo? Presuntuoso? Ma su, via, parliamo di un asinello, rispettiamo la tradizione e allo stesso tempo guardiamo al futuro.
 Il Neri e il gran branco di corna illuminate,  in realtà il vecchio stratagemma di Annibale, attualizza il concetto del tradimento, che ci riporta sì alla storia del ciuco e del volo, ma ci mette anche sulla strada del becco, dettaglio non secondario.
 Passando dai tanti personaggi citati in queste pagine, passando anche “dall’ardito Omaccion sapiente ed istruito”, forse sì, la storia si ripete. Una volta, almeno per una volta, è legittimo uscire da sé stessi, e il “ciuco” prende forma, forse come una scusa o forse come la musa ispiratrice, che senza  scomodare per questo i grandi poeti epici, serve a farci sentire uniti e credere in un progetto comune.
 Saranno il ciuco o il becco che insieme, ognuno con il proprio ruolo nell’immaginario collettivo, nei ruoli preposti nella storia e nella nostra realtà quotidiana che si posizionano facendo per ognuno di noi la propria parte. Entrando nei miei panni “conciati” a dovere e con l’asino “per la testa” queste ricerche della nostra storia, ci toccano da vicino e, come è ovvio che sia, riguardano tutti. Ognuno di noi in qualche modo vorrebbe “volare” a volte come l’asino, a volte come una semplice “incarnazione” del concetto di libertà intrinseca nell’essere, che potrebbe essere diverso da quello del “ciuco d’Empoli” e che potrebbe anche essere diversa da quella dell’avvocato di Corniola, o degli altri illustri concittadini, perché questa “storia” ognuno può renderla sua a modo suo.
 La lettura di questo documento, certamente scritto con una profonda conoscenza sia della letteratura che della storia, con una particolare  e poco comune abilità poetica e umoristica, ci pone nelle condizioni di vedere l’apparentemente banale “volo del ciuco” in una chiave più profonda ma certamente più realistica, dato che forse è sfuggito agli occhi meno acuti di qualche nostro contemporaneo meno attento o forse troppo preso dal piacere del “voler” essere.
 Questo, mi porta alla mente un concetto a me caro: “conoscere il passato aiuta a costruire il futuro” che non pretende certo di essere un’espressione poetica ma che forse aiuta ad esternare un modo di essere, e forse, ma posso affermare sicuramente, il meritevole lavoro di Rossana e Mauro, oltre a rappresentare una tappa importante per la nostra cultura, riuscirà a non fare accendere la tv per qualche ora, e questo semplice ma significativo gesto, sarebbe un risultato straordinario.
  Ma se io non sbaglio, la cagione è questa
  È il somaro che avevo per la testa.

Anche se non sono mie parole, sono “panni” che posso vestire.
Paolo Lunghi

 

 

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